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Matteo Minervini, classe 1918, giovane professore di Storia e Filosofia a Ferrara, sogna un'autentica rivoluzione negli anni del fascismo e parte per la guerra in Africa settentrionale. Dopo una strenua difesa contro l'esercito inglese nel deserto di El Alamein, viene fatto prigioniero come non collaboratore nel Fascists' Criminal Kamp di Hereford, Texas. Il giovane soldato, ormai uomo, viene rimandato in patria nel 1946. Stanco e disilluso, tradito dalla Storia, i suoi sogni, le speranze e gli ideali s'infrangono di colpo di fronte a un'Italia devastata dalla guerra e dall'impero americano, intontita dalla ventata di "libertà" che soffia prepotente ovunque. Matteo, incapace di riprendere la sua vita, muore ogni giorno a se stesso vagheggiando un'era lontana che il mondo ha scacciato negli abissi della memoria.